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Categoria: EDITORIALI
Se fosse stata più grande, di sicuro qualcuno avrebbe sguazzato nei suoi amori falliti. Fosse stata più grassa, più brutta, ecco che non sarebbero di certo mancate le allusioni al suo aspetto, che pure ci sono state. I genitori che la sfruttano per far soldi? Non è mancato neanche quello. E’ l’anatomia della distruttività del potere, capace di mangiare, scarnificare, ogni oppositore. La legge di conservazione di quel che c’è è abbastanza semplice e funziona alla grande: tu segui la corrente, dai alla canaglia esattamente ciò che vuole, non essere mai contro, e andrà tutto bene. Ma se invece provi a metterti contro, a contestare, a immaginare un altro mondo, non ti è concesso essere di questo mondo. Greta doveva essere luminosa ed eterea, accecante. La piccola Greta doveva nutrirsi di elio, giungere tra la folla su un carro trainato da unicorni, essere ricoperta di vesti celesti. Le sue treccine sono troppo umane, il suo visino paffuto è troppo ordinario, perché le si conceda di diventare un simbolo del giusto. Se questo pianeta sta sprofondando, tra cumuli di immondizia e ingiustizia, solo un eroe ultraterreno ha il diritto di criticare. Sei felice? Osi guadagnare del denaro? Hai persino una bella casa e utilizzi elettricità prodotta da centrali inquinanti? Devi tacere. Puoi protestare contro questo sistema solo se ti copri di foglie, non indossi scarpe confezionate in paesi privi del salario minimo, non possiedi un computer.
A chi si oppone non è consentito vivere, sorridere, esistere. Chi si oppone, per essere credibile, non deve esistere. E’ un giochino che funziona sempre, e i gonzi, a milioni, a miliardi, abboccano, famelici e infelici.
